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Photoshop: si può farne a meno?

2022/01/20

Chissà come sarebbe il mondo senza Photoshop e tutti i programmi di fotoritocco.

In un precedente articolo abbiamo già parlato dell'uso eccessivo del fotoritocco e dei rischi che si corrono quando le immagini vengono stravolte.

Ebbene, questo nuovo articolo vuole fare solo una riflessione etica-morale sull'utilizzo eccessivo di Photoshop, sfruttato spesso per la strumentalizzazione del corpo femminile. Il software per eccellenza più utilizzato per il trattamento delle immagini ha infinite potenzialità, allora prova a pensare a che mondo sarebbe senza.

Fin dalle origini della fotografia, i suoi pionieri, oltre ad avere le competenze e le attrezzature adeguate per svolgere questa nuova arte, avevano anche l'ambizione e la necessità di eseguire piccole modifiche per migliorare i difetti del materiale o gli errori di procedimento. In poco più di vent'anni il ritocco cominciò a giocare un ruolo rilevante per rendere più belle le fotografie e attirare nuovi acquirenti.

"Per alcuni anni queste cose pagarono, e anche bene. Appagavano un vasto pubblico borghese, che pensava fosse l'immagine di un bel volto liscio a suggerire un ceto sociale più elevato"

(L. Moholy, Cento anni di fotografia 1839-1939, Alinari, Firenze, 2008)

Le idee di oggi non si allontanano molto da allora. Anche oggi la bellezza fisica vince sulla bellezza intellettuale o di animo. Una cosa bella emoziona di più, coinvolge e attira. Colpisce la vista e di conseguenza tutti i sensi si animano. Non prevede alcuno sforzo intellettuale comprendere che una cosa è bella, quindi i brand e i media puntano la maggior parte della comunicazione su questo aspetto.

Sembra quasi paradossale che fin dalla nascita della fotografia, gli utilizzatori non ne abbiamo fatto uso solo per riprendere la realtà, ma anche per manipolarla. È assurdo come la necessità di immortalare un momento reale, sia contemporaneo al bisogno di costruire un mondo irreale.

Nel tempo le tecniche di fotoritocco e fotomontaggio sono migliorate: da lunghi procedimenti arcaici si è giunti a racchiudere tutte le funzioni in un unico programma che in poche mosse permette di dare forma a bricolage di mondi fantasiosi e ideali.

Un uso eccessivo del montaggio fotografico avviene nel settore turistico. Basta sfogliare qualsiasi catalogo di viaggi per vedere che i cieli sono sempre tersi, i verdi sempre accesi. Persino la Regione Toscana, nel 2014 è caduta in tentazione, ma ha dovuto ritirare la campagna pubblicitaria per aver scelto di adottare paesaggi ritoccati di un luogo che, oltre tutto, non avrebbe bisogno di modifiche estetiche.

Le industrie della moda e della cosmesi invece non vivrebbero senza Photoshop. Sono praticamente loro a indicare i canoni di bellezza anno per anno. Scelgono il colore di tendenza per gli abiti, per gli accessori ma anche per le labbra e i capelli. I prodotti presenti sul mercato sono infiniti e con essi ognuno potrebbe esprimere la propria personalità liberamente, eppure c'è sempre la moda che dice cosa è più socialmente accettato e cosa meno.

Qualcuno ricorderà un filmato prodotto dalla Dove nel 2006 (Evolution - Campaign for Real Beauty) che mostrava, nel giro di un minuto, la trasformazione del viso di una donna: le naturali imperfezioni sparivano, corrette da make up e Photoshop. Ma serviva proprio tutta quella post-produzione? La ragazza non è più lei, è una rappresentazione addirittura di un'altra persona.

Adesso il marchio Dove continua nella sua battaglia contro la bellezza irreale con il video "Reserve Selfie"

Vengono eseguiti fotoritocchi non solo per attribuire caratteristiche fisiche migliori, ma anche per raccontare e propagandare storie, idee e concetti errati, con lo scopo di manipolare l'informazione.

Con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione è facile edulcorare la realtà. I filtri presenti in numerose app ci permettono di abbellire, rimuovere, cancellare, in sostanza modificare la realtà, con il semplice tocco di un dito.

È anche vero che se siamo dotati di spirito critico, queste artificiosità siamo in grado di riconoscerle e dare il giusto peso a quello che vogliono comunicare.

"La bellezza è verità, La Verità è Bellezza: questo è tutto ciò che vuoi sapere in terra, e tutto ciò che occorre sapere".

John Keats

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